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Angelo Mai
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Angelo Mai

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Marco D'agostin

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6 marzo 2024 - 21:00
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Best Regards | Marco D'Agostin

Nomination PREMIO UBU 2021/2022 (Miglior Spettacolo di Danza)

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“Dear N,
You were too much.
Too funny.
Not just plain funny but, you know:
silly funny, witty funny,
biting funny, cutting funny, ferocious funn

Detalles del Evento

Best Regards | Marco D'Agostin

Nomination PREMIO UBU 2021/2022 (Miglior Spettacolo di Danza)

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“Dear N,
You were too much.
Too funny.
Not just plain funny but, you know:
silly funny, witty funny,
biting funny, cutting funny, ferocious funny,
despondent funny, frightening funny.
And physical too.
Yes too physical by half.
Too body, body.
Too bodily body to be theatre
and too entertaining to be serious.”

Così inizia la lettera mai recapitata che Wendy Houstoun scrisse al suo amico e collega Nigel Charnock, pochi giorni prima che lui morisse, nell’agosto del 2012. Nigel era stato uno dei fondatori dei DV8 – Physical Theatre negli anni ’80; aveva poi proseguito in solitaria come performer e coreografo, dando vita a una serie di formidabili assoli. Per chi lo ha conosciuto egli era, esattamente come nelle parole di Wendy, “too much”.

Con i suoi spettacoli, esplosioni ipercinetiche in cui il canto, la danza, il grido, l’improvvisazione, la finzione e la realtà palpabile della performance restavano sospesi su vuoto abissale, ha allargato le maglie del genere “danza contemporanea” ed è sembrato incarnare alla perfezione quella possibilità dell’arte che David Foster Wallace avrebbe chiamato “failed entertainement” (intrattenimento fallito). In lui tutto era energia, desiderio, volontà. Eppure, come disperatamente ripete nel suo solo One Dixon Road, “there’s nothing else, it’s nothing, nothing”: non c’è nient’altro, niente, niente ha senso.

Il mio incontro con lui, avvenuto nel 2010, ha segnato in modo netto il mio modo di pensare la danza. Nigel rappresentava ai miei occhi la possibilità che in scena tutto potesse accadere ed esplodere.

BEST REGARDS è la lettera che scrivo, con 10 anni di ritardo, a qualcuno che non risponderà mai. È un modo per dire: Dear N, I wanted to be too much too (“Caro N, anch’io volevo essere troppo”). Come ha osservato Ottavio Fatica, “le lettere giunte in ritardo mettono sotto accusa il tempo per non essere la durata assidua che si postula, bensì costellazione, via lattea d’istanti”. Ogni lettera, infatti, viaggia da un presente a un altro che potrebbe non trovare ad aspettarla. Da questo presente io rivolgo a tutti gli spettatori lo stesso invito: cantiamo assieme di una nostalgia che ci riguarda, noi che non siamo arrivati in tempo per dire quello che volevamo. All’ombra del tempo scaduto, e sotto la luce che Nigel continua a proiettare sulla scena di chi oggi danza, facciamo risuonare un ritornello martellante, spieghiamo di fronte ai nostri occhi un foglio bianco e chiediamoci: come la cominciamo, questa lettera impossibile?

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[EN]

“Dear N,
You were too much.
Too funny.
Not just plain funny but, you know:
silly funny, witty funny,
biting funny, cutting funny, ferocious funny,
despondent funny, frightening funny.
And physical too.
Yes too physical by half.
Too body, body.
Too bodily body to be theatre
and too entertaining to be serious.”



With these words Wendy Houston would say goodbye to his friend and colleague Nigel Charnock, a few days after he died, in 2012. Nigel had been one of the co-founders of DV8 Physical Theater in the ‘80s; he had then left and followed his own research, creating and performing a formidable series of solos. For whom had met him, he was exactly as Wendy wrote, “too much”.

With his performances, hyperkinetic explosions in which singing, dancing, screaming, fiction and performance were intertwined on top of an abyssal emptiness, he broadened the borders of “contemporary dance” and seemed to perfectly embody the possibility of art that David Foster Wallace defined as “failed entertainement”. Everything in him was energy, desire, will. Yet, as he desperately repeats in his solo One Dixon Road, “there’s nothing else, it’s nothing, nothing”.

I met and worked with Nigel in 2010. This encounter marked a clear line in my way of thinking about performance. After him, the possibility of a dance is for me the horizon within which everything on stage can happen.

BEST REGARDS is the letter I am writing, 10 years late, to someone who can no longer reply. It’s a way of saying: Dear N, I wanted to be too much too. As Ottavio Fatica pointed out when translating the epistolary between Lowell and Bishop, “letters delivered too late impeach time for not being that assiduous duration you would assume it is, instead constellation, milky way of instants”. Each letter leaves from a present towards another one that might not be there to wait for it. From this present moment I make an invitation to the audience: let’s sing all together about a nostalgia that belongs to us all, we who did not arrive in time to say what we wanted. In the shadow of the expired time, and under the light that Nigel keeps projecting on the scene, let’s make this insistent refrain resonate, let’s unroll a blank sheet of paper in front of our eyes and ask ourselves: how do we want to start, this impossible letter?

Crediti

duration 60′ | performed by Marco D’Agostin | sound, graphics LSKA | texts Chiara Bersani, Marco D’Agostin, Azzurra D’Agostino, Wendy Houstoun | lights Giulia Pastore scenes Simone Spanghero, Andrea Sanson | scientific advice The Nigel Charnock Archive, Roberto Casarotto | dramaturgical advice Chiara Bersani, Claudio Cirri, Alessandro Sciarroni | technical advice Eleonora Diana, Luca Poncetta, Paola Villani | movement coach Marta Ciappina | care, promotion, translations Damien Modolo | technical care Paolo Tizianel | photo and video Alice Brazzit | organization and administration Eleonora Cavallo, Federica Giuliano

produced by VAN | coproduced by KLAP Maison pour la danse à Marseille, Rencontres Chorégraphiques Internationales de Seine Saint-Denis, CCN2 Centre chorégraphique national de Grénoble, ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione
supported by Points-Communs – Scène Nationale Cergy-Pontoise, Centrale Fies, Marche Teatro/inTeatro Festival, the WorkRoom (Fattoria Vittadini), Teatro Comunale di Vicenza, L’Arboreto – Mondaino, ARTEFICI.ResidenzeCreativeFvg di ArtistiAssociati

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