Una camminata performativa immersi nel verde del Parco del Paleotto, uno spazio-tempo dove le parole dell’umano si incontrano con il corpo del non-umano e cercano un’interazione possibile, uno stare che sia costantemente frutto di un reciproco scambio e generativo di un dialogo. Le parole si frantumano e diventano corpo: la danza ricorda la sua natura di connettore tra i mondi possibili, ritrova il suo valore politico e sovversivo dello stato di normalità in cui stiamo scivolando. Una presa di posizione riguardo la corporeità, la tattilità e la presenza dell’uomo nel mondo naturale.