Giovanna sotto il Sego del Tempo – 24 maggio 2019
Teatro Garbatella
Roma,Piazza Giovanni da Triora, 15
00154
Italia
Teatro Garbatella

Organizador

Giovanna sotto il Sego del Tempo – 24 maggio 2019

24 mayo 2019 - 21:00
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Una Regina Pazza o Una Donna Ribelle?
Lo spettacolo vuole proporre un ritratto non convenzionale di una regina che non regnò
mai, Giovanna la Pazza.
Testo: Adriano Marenco
Regia: Alessandra Caputo

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Detalles del Evento

Lo spettacolo vuole proporre un ritratto non convenzionale di una regina che non regnò mai, Giovanna la Pazza. L’obiettivo di “Giovanna sotto il sego del tempo” infatti, non è raccontare la Storia, ma la storia interiore di una donna, fragile e al contempo fortissima. Una donna straordinariamente moderna, nel carattere così come nelle scelte che opera. Ossessiva, bulimica, innamorata. Tradita. Lucida e allo stesso tempo incapace di controllare le sue pulsioni.
Forse per scelta incapace. Una donna capace attraversare per 8 mesi la Spagna con il
feretro del marito. Neanche 46 anni di internamento l’hanno spezzata, o chissà forse sì.
Una donna autodistruttiva, forse per scelta. Giovanna si vendica o meglio si vendica di se stessa. Trascina il feretro del marito. Lo pettina, lo ama, lo odia. Giovanna racconta la sua storia, dopo morta o dopo viva. Giovanna è presente. Giovanna è assente. Giovanna si sente spiata in ogni dove.
Giovanna si pettina le corna. Giovanna fa tremende scenate di gelosia. Giovanna considera il potere tutto maschile chel’ha fatta fuori. Ci ride su. Ma Giovanna è soggiogata dalla dinastia del sangue, o forse preferisce così. Giovanna viene tradita dai suoi tre uomini,marito, padre e figlio. La sacra trinità del maschio. Il potere inaccessibile dell’uomo.La scrittura di Adriano Marenco “scrittore unico nel suo genere, complesso, assolutamente geniale” porta in scena “un linguaggio teatrale autonomo e
originale, basato su una drammaturgia politica e poetica e su un esito scenico onirico e visionario”.
L’interpretazione di Patrizia Bernardini restituisce, in un monologo teso, dal registro grottesco, dapprima con toni compassati, poi premendo sull’acceleratore di un ritmo sempre più allucinato, il delirio di Giovanna, le sue ossessioni, la sua impossibilità di trovare pace, passando attraverso registri comico-brechtiani a momenti di più intimo dolore e umanità.
La regia di Alessandra Caputo, coglie e rilancia, tra gli alti e i bassi del dramma, la nuda essenzialità della storia della protagonista, restituendola in una scena atemporale, sospesa in un luogo non luogo, che è poi il luogo della sua mente.
La scena è vuota, una sola poltrona-trono sgangherata come simbolo di un regno mai “regnato”, simbolo anche della tremenda solitudine di una donna che vive rincorrendo nella sua mente squarci del passato che si frantumano nel presente, che annegano in un futuro presagito.
Ed è così che Giovanna racconta una storia che si ripete, come uno spirito evocato su una scena che si svuota dei fatti storici per ricrearli, allo stesso tempo, attraverso simboli e visioni concrete, pesanti. Canta, si fa intima, delira, ritrova i suoi ricordi nel vuoto della sua prigionia. Il peso della Storia,
del Tempo, del Sangue regale, “dell’etichetta” di pazza sono presenti in scena a schiacciare una donna dotata di ostinazione e allo stesso tempo di fragilità. Le fantasie, i fantasmi di una regina che possiede come unico regno la mattonella sulla quale poggia i piedi, prendono consistenza, questa sembra
la vera follia, una solitudine che infine non può che ascoltare unicamente leproprie voci. Giovanna attraversa con lucidità sorprendente anche i momenti deliranti, perchè pur nella sua ribellione è una donna capace di amore, che sceglie una sofferta umanità di fronte alla disumana spersonalizzazione che il potere opera su di lei: urla, piange, ride; si lava compulsivamente, o non si lava altrettanto compulsivamente. Giovanna è una santa anoressica. Giovanna è una bulimica, cibo amore odio gelosia, tutto fa brodo. Giovanna reclama i suoi figli che le vengono tolti tutti per ragion di stato, lasciata nella solitudine più totale, sottoposta a torture affinchè accolga i sacramenti, mai cede, cede il
suo corpo, cede la sua mente, non cede la su volontà, la consapevolezza del suo ruolo, ma anche del suo sentire.Fragilità, debolezza di mente o scandalosa violenza? La storia ci lascia con una domanda aperta.

Testo Adriano Marenco
Regia Alessandra Caputo
Con Patrizia Bernardini
Musiche Valentino Rodolfo Puccio
Scenografia BECAMA
Costumi Antonella D’Orsi Massimo
Sarta Valeria Cagioli
Produzione BECAMA/CLANDESTINA


Prezzi dei biglietti:
Intero: € 16,00 + € 2 di prevendita
Ridotto (over 60, bambini fino a 11 anni e disabili): € 10,00 + € 2 di prevendita
Early Bird (SOLO FINO AL 6 APRILE 2019): € 13,00 + € 2 di prevendita

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