JOSEFINE (Anteprima)
Teatro India - Sala A
Roma,Lungotevere Vittorio Gassman 1
00146
Italia

Organizador

JOSEFINE

Detalles del Evento

Quella creatura delicata è come se avesse concentrato ogni sua forza nel canto, come se tutto ciò che non serve al suo canto fosse privato di ogni energia, quasi di ogni possibilità di vita, come se lei fosse spogliata, esposta, affidata solo alla protezione di spiriti buoni, come se un alito di vento freddo potesse ucciderla passandole accanto mentre lei, sottratta a se stessa, dimora nel canto.

F. Kafka

Poco prima di morire Franz Kafka scrive il racconto Josefine la cantante, o il popolo dei topi in cui una topolina, Josefine, cantando scatena un’emozione tanto forte da fermare la corsa senza sosta dei topi. Il canto di Josefine, atto taumaturgico, evoca un popolo che, in un tempo di estasi e grazia, dimentica sé stesso e si raccoglie attorno all’artista, alla gioia infantile del gioco.

Nello spazio scenico il suo canto attraversa dimensioni temporali storiche e biografiche e diventa parte di noi, risuona e rigenera. Il corpo è in ascolto della sua frequenza e diventa archivio di immagini collettive in cui la figura di Josefine sembra moltiplicarsi in storie di corpi martirizzati dagli effetti della crisi etica, esistenziale, economica, sociale del presente. Proprio in quelle voci ritroviamo le sensibilità di gesti che sembravano impossibili, ma che hanno spostato la percezione collettiva e hanno fatto compiere un salto atletico alla storia. Allora la nostra Josefine prende quei gesti e li fa diventare segno, ripercorre le nostre biografie e di quelli che abbiamo incontrato, crea un controcanto della storia umana con quel fischio flebile in cui «c’è qualcosa della nostra felicità perduta», scrive Kafka, qualcosa che «libera anche noi», anche se per breve tempo, «dalle catene della vita quotidiana». Sulla scena resta il corpo dell’attore a contenere tutte queste voci, il corpo che non può fare a meno di cantare.


BIOGRAFIA
Bartolini/Baronio è una formazione artistica romana nata nel 2009 dal sodalizio artistico tra Tamara Bartolini e Michele Baronio. Entrambi esplorano dimensioni attoriali di tipo autoriale, lavorando con la scrittura e la pedagogia, la musica e l’ideazione scenica. Il duo porta sulla scena un reticolato di linee narrative molteplici e sovrapposte, intrecciate dalle proprie storie individuali e da quelle segnate e percorse dalle biografie collettive. La narrazione si articola in dispositivi scenici differenti, in congegni drammaturgici e sonori sospesi tra dialogo teatrale, indagine letteraria e atto civile. È un teatro “manifesto di prossimità” che vuole creare esercizi di vicinanza tra chi lo fa e chi lo riceve, ritratto della fragilità e della solitudine del mondo contemporaneo, ma anche della sua potenzialità di sovversione.