Detalles del Evento
con Muradif Hrustic Michael Schermi Emilia Verginelli
contributi video e audio Pasquale Verginelli Daniele Grassi Marilù Rebecchini Siham El Hadef
luci Camila Chiozza
collaborazione alla drammaturgia Luisa Merloni
aiuto regia Brianda Carreras
comunicazione Federica Zacchia
assistente al lavoro scenico Gioia Salvatori e Aglaia Mora
post-produzione Matteo Delai
foto di scena Claudia Pajewski
produzione 369gradi e Bluemotion
in coproduzione con Santarcangelo Festival e con il sostegno di fivizzano27, Angelo Mai, carrozzerie| n.o.t, mixò ass.culturale e con la collaborazione di Teatro Di Roma – Teatro Nazionale progetto finalista premio scenario 2019 Durata 70’ Lingua in italiano con sovratitoli in inglese
IO NON SONO NESSUNO raccoglie episodi della mia esperienza come volontaria teatrale all’interno di una Casa-Famiglia e indaga il mio rapporto con alcuni dei bambini che la abitano, tra cui Muradif.
Un luogo da chiamare casa per chi non ha famiglia, dove i ruoli originali di madre-padre-figlio sono sostituiti da altri: educatore, tutore legale, avvocato, assistente sociale, giudice, psicologo, genitore affidatario, genitore adottivo, suora, volontario... Cosa implicano tutti questi ruoli? Cosa definiscono? Cos’è un ruolo?
Partendo da queste domande si sviluppa un’indagine sui rapporti umani, attraverso le interviste di Muradif, Michael, Daniele, Marilù, Siham e Pasquale, mio padre. I ruoli ci sono sempre o si può vivere senza? Così, qui, nel teatro, i ruoli diventano un gioco di travestimenti da fare e disfare, per reinterpretare la memoria, per ridefinire un’identità. La breakdance, l’esperienza condivisa, lo stare insieme dialogano attraverso le interviste: punti di vista differenti, che diventano il linguaggio scenico di IO NON SONO NESSUNO. Se per un bambino che arriva in casa-famiglia la parola “famiglia” diventa quel mondo di fuori a cui tanto aspira, si crea inevitabilmente una separazione tra mondo dentro e mondo fuori. Ma chi sono tutte queste persone con cui condividiamo dei ricordi, una vita, delle responsabilità? Comunità, collettività: cosa significano queste parole? Chi siamo gli uni di fronte agli altri?
In questo spazio scenico, nel silenzio del nostro stare, immaginiamo di annullare questa separazione tra dentro e fuori, tra teatro e strada, tra ciò che rappresentiamo e ciò che siamo. Condividere uno spazio, una passione, dei valori, diventa importante come, e più, dei legami di sangue. Cercando di scavare per riscoprire, sotto questa maschera di ruoli, che possiamo semplicemente essere, anche solo per un istante, chiudendo gli occhi: Emilia, Muradif e Michael.
È tutto iniziato così: ero curiosa della sua danza, la breakdance e volevo saperne di più. Muradif non è un attore, così ho pensato di registrare questo nostro incontro e fargli delle domande, tra me e lui una macchina da presa: un’intervista.
Ho pensato molto alle sue parole nei giorni successivi, al quel suo stare davanti all’obiettivo, parlare con me e allo stesso tempo con tutti e, alla fine, me la sono fatta anch’io un’intervista.
‘L’intervista' è diventata la ricerca ritmica del linguaggio scenico di iononsononessuno con le sue pause, l’imbarazzo, coi suoi silenzi troppo lunghi e i pensieri troppo articolati. Come con la breakdance, la passione di Muradif, che non si può intervistare ed ha bisogno di esprimersi dal vivo. Ma oltre a ballare, sul palco componiamo scatoline di fiammiferi, su cui attacchiamo fotografie nostre, foto che abbiamo fatto, ricordi. Lo facciamo da anni. E poi usiamo i cellulari, altri raccoglitori di questi ricordi che diventano archivio della memoria propria e collettiva.