MATRICE- DA ANA MENDIETA
Teatro India - Sala A
Roma,Lungotevere Vittorio Gassmann 1
00146
Italia

Organizador

MATRICE- DA ANA MENDIETA

MATRICE- DA ANA MENDIETA

12 diciembre 2022 - 22:00
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L'evento è inserito nel cartellone di Teatri Di Vetro 2022

Detalles del Evento

MATRICE
DA ANA MENDIETA
OSCILLAZIONI
12 Dicembre 2022
lunedì h 22,00
I^ tappa della Trilogia_la questione del linguaggio corporeo e l’arte di A. Mendieta, C. Cahun, S.Moon

Matrice, ossia alla foce di se stessi. Il corpo come Mater, condizione generativa e trasformativa. Luogo attraversato e attraversabile, infinite le sue nature, indecifrabili i suoi sigilli. Con pudore cerco la via per retrocedere alla sorgente, nella visione di un corpo originario e salvifico, colmo e cavo, nell’utopia di una terra lentissima e propizia. Cerco nella performance una strategia esistenziale, la ritualità di un viaggio che possa ricongiungermi a un innato sapere percettivo, all’innesco delle forze primarie, alle loro pulsioni vitali. La corporeità radica. È qualcosa che battezza, che intrappola, che libera. Desidero la concretezza della sua lingua.


BIOGRAFIA
Da sempre il movente del suo percorso è la possibilità di indagare e percepire la natura sottile del fenomeno corpo. Ha prediletto in tal senso una formazione non usuale per l’acquisizione delle competenze e delle sensibilità inerenti al movimento.

Da un primo approccio al fare artistico che si è nutrito dei principi del Teatro di Strada, del Terzo Teatro, del Teatro di Ricerca, negli anni novanta si è orientata maggiormente nell’esplorazione del pensiero e della danza, tracciati dalla filosofia del “Buto Blanc”, del danzatore giapponese Masaki Iwana. Lo spirito tagliente, il rigore, il Nikutai dell’Ankoku Buto, divengono ulteriori strumenti di conoscenza e stimoli costanti per sondare e rinnovare una propria autorialità creativa. E’ performer e danzatrice. I suoi lavori a partire dal 2000 allenano la messa a fuoco di un metodo personale nell’individuazione delle tematiche e degli aspetti corporei, che nello scorrere della pratica vitale quotidiana, emergono come occasioni di danze performative, “opere d’essere”.
Il tempo, lo spazio, la memoria, l’energia, l’ignoto sono suoi esclusivi ambiti di ricerca, ulteriori sconfinamenti dello sguardo sulla materia corpo.
Lo strabordare di un “paesaggio interiore” , la tattilità della presenza in scena, in dialogo con la natura dell’elemento circostante: lo spazio; l’invocazione della non azione, della dimensione del silenzio, quale cibo per le ossa, per le innervature tra muscoli organi visceri…sono possibili sorgenti presso le quali sostare in rituale ascolto, intercettando la debole voce del nuovo.