Detalles del Evento
Il corso esplora il dialogo e le tensioni tra arte e tradizione ebraica e cristiana, seguendo il ritmo del calendario liturgico ebraico e i momenti cruciali della vita comunitaria.Da Bereshit alle riflessioni di Kiefer, le opere raccontano un intreccio di memoria, fede e rappresentazioni che attraversa i secoli.
Proprio perché tratteremo dell’importanza del tempo, della sua scansione e del suo ruolo lungo una linea che accompagna il nostro stare al mondo, mi piace iniziare con un esempio. Nella baia 28 della Cattedrale di Chartres, vetrata realizzata intorno al 1217–1220 e donata dal conte Thibaut VI di Blois, un cerchio di dodici figure rappresenta il ciclo dei mesi e dei segni zodiacali, scandendo il tempo sacro e cosmico del periodo. Lo stesso tema ricorre, in altra forma, nel portale reale: qui, lungo l’archivolto sinistro, le sculture mostrano le fatiche dei mesi — un uomo che pota la vite, una donna che raccoglie spighe, un giovane con un agnello sulle spalle — alternandole ai simboli zodiacali, in un intreccio di calendario agricolo e tempo salvifico. Fra questi segni, l’Ariete segna l’avvio della primavera e del mese connesso: «Questo mese sarà per voi il primo dei mesi, sarà per voi il primo dei mesi dell’anno». In Esodo 13:4 e in Deuteronomio 16:1 il mese è specificato come חֹדֶשׁ הָאָבִיב – ḥodesh ha-aviv, «il mese della primavera», quando le spighe sono ancora verdi e il raccolto d’orzo sta per maturare.
Per un ebreo medievale, quel mese sotto il segno dell’Ariete non era solo marzo o aprile: era il mese di Nissan, l’inizio dell’anno religioso, il tempo di Pesach, fissato dal plenilunio successivo all’equinozio di primavera. Dietro le immagini in vetro, piombo e pietra di Chartres si riconosce la logica del calendario lunisolare ebraico; ciò che cambia è il cuore della celebrazione: non più la memoria dell’Esodo, ma la Pasqua che ne eredita la scansione trasformandone il significato.
Questo è il senso dello “sbirciare”: l’arte occidentale cattolica ha osservato e rielaborato i mo‘adim, i “tempi fissati” dell’ebraismo, proiettandoli nel proprio calendario liturgico e nella propria teologia. Lo ha fatto attraverso le pietre delle cattedrali, le miniature dei Libri d’Ore, i cicli affrescati, ma anche con immagini più sottili: la luna crescente di un Rosh Ḥodesh diventa attributo della Vergine; il settimo giorno della Creazione, lo Shabbat, si trasforma in prefigurazione della domenica.
Il nostro viaggio parte da qui: dal tempo sacro, con i suoi segni nel cielo e le sue feste sulla terra, per seguire il ciclo festivo ebraico così come è stato rappresentato e reinterpretato dall’arte occidentale. Non per misurare fedeltà o infedeltà all’originale, ma per comprendere come un patrimonio di simboli, riti e ritmi sia passato da una cultura all’altra, a volte mantenendo tracce luminose, a volte mutando profondamente di significato. Sarà interessante scoprire che elementi chiave come Yom Kippur o Rosh Hashanah hanno lasciato tracce sottili ma riconoscibili, mentre per Ḥanukkah, la festa delle luci, l’iconografia della società maggioritaria è quasi assente, salvo le scene legate alle vicende dei Maccabei. Più frequenti invece le raffigurazioni di Purim, con Ester e Mardocheo.
Questo percorso si articola in venti lezioni, suddivise in due moduli:
• Il primo modulo (10 lezioni) segue il ritmo dell’anno ebraico da mo‘ed a mo‘ed, dalle feste bibliche e rabbiniche ai digiuni e alle giornate di memoria.
• Il secondo modulo (10 lezioni) entra nei luoghi e nei simboli: dalla sinagoga alla Menorah, dal Magen David al Sefer Torah, dalla circoncisione al matrimonio sotto la Chuppà, fino alla nostalgia di Gerusalemme.
Ne risulterà un corso completo: un confronto serrato in cui l’arte cristiana “sbircia” l’ebraismo per reinterpretarne le radici, talvolta riconoscendone l’autorevolezza originaria, talvolta piegandone il significato a un’altra visione teologica. Un viaggio che unisce storia dell’arte, liturgia e storia religiosa, restituendo complessità e profondità a un dialogo lungo duemila anni.
Inizio corso: martedì 25 novembre 2025 alle ore 18:00 ci si trova on line su zoom
Due moduli per venti appuntamenti di max 90 minuti.
130 euro 1 Ciclo
250 euro l'intero corso
MODULO 1 (novembre - gennaio)
LE DATE:
Novembre 2025
• mar 25 nov (avvio corso)
Dicembre 2025
• mar 2 dic
• mar 9 dic
• (salto mar 16 dic – Ḥanukkah)
• mar 23 dic
Gennaio 2026
• mar 6 gen
• mar 13 gen
• mar 20 gen
• mar 27 gen
Febbraio 2026
• mar 3 feb
• mar 10 feb
1. Chagall, Rosh Ḥodesh: la luna nuova e lo zodiaco
2. Shabbat: un tempio fatto di santificazione del tempo
3. Lo Shabbat e il compimento della Creazione: dall’arte gotica alla Cappella Sistina
4. Pesach: dal Korban al Seder – memoria dell’Esodo tra Bibbia, Haggadot e arte
5. Il pane, il vino e l’agnello – Pesach e la sua trasformazione eucaristica
6. Shavuot: il dono della Torah dal Sinai a Rembrandt
7. Sukkot: capanne e pellegrinaggio in Val Padana – da Remedello alle tavole di Praglia
8. Rosh Hashanah e i suoni che svegliano l'anima: arte a confronto tra Shofar e Giudizio Finale
9. Yom Kippur: tra introspezione e identità – da Maurycy Gottlieb ad Antonietta Raphaël
10. Luce di Ḥanukkah, sangue dei Maccabei
MODULO 2 (FEBBRAIO - MAGGIO)
LE DATE:
Febbraio 2026
• mar 24 feb
Marzo 2026
• mar 10 mar
• mar 17 mar
• mar 24 mar
(Aprile 2026
• mar 14 apr
• mar 28 apr
Maggio 2026
• mar 5 mag
• mar 12 mag
• mar 19 mag
• mar 26 mag (Shavuot cadrà la sera di 26 maggio: l’ultima lezione sarà anticipata alle ore 17:00)
1. Il trono, il velo e il destino: Ester da Rembrandt ad Artemisia
2. Tish‘a BeAv: lutto e trionfo nella memoria del Tempio
3. Il lutto ebraico sotto la lente di Magnasco: tra shiv‘ah e Kaddish
4. Brit Milah: il patto della circoncisione…
5. Sotto il baldacchino: la ḥuppà tra rito e immaginario artistico
6. Bar Mitzvah: il passaggio all’età adulta
7. La nostalgia di Gerusalemme nella liturgia e nell’arte
8. il Sefer Torah: custode della Parola e dell’identità
9. La sinagoga: spazio sacro e comunitario
10. Dal Gan Eden alla Memoria: l’Albero della Vita da Piero della Francesca ad Anselm Kiefer
CURRICULUM DOCENTE
Gianfranco Ferlisi (laureato a Parma) è critico e storico dell’arte. In quarant’anni di studio e ricerca si è occupato principalmente di Rinascimento, Otto, Novecento e arte contemporanea. Ha operato presso la Provincia di Mantova con numerosissime rassegne curate alla Casa del Mantegna. Ha lavorato come storico dell’arte presso il Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova e, infine, presso le Gallerie Estensi di Modena e Ferrara, dove si è occupato della valorizzazione della donazione Panza di Biumo a Sassuolo e della collezione ottocentesca. È stato direttore del Museo d’Arte Moderna dell’Alto Mantovano, a Gazoldo, per dieci anni. È il direttore della Civica Galleria di Palazzo Menghini a Castiglione delle Stiviere.
Ha curato numerosissime mostre, tra cui ricordiamo almeno Ugo Celada da Virgilio 1895-1995. L’incanto del disegno. La magia della pittura (MAM di Gazoldo degli Ippoliti, e Museo Diocesano Francesco Gonzaga di Mantova, 2016), Il sentiero della luce (PAN di Napoli, 2020 con Philippe Daverio), Infernus (Basilica di Palladio di Vicenza, 2021) e l’antologica dedicata ad Archimede Bresciani (MAM, 2021) . Negli ultimi anni del suo percorso si è occupato dei temi dell’antisemitismo e ha svolto specifici corsi con l’associazione Nodedim di Roma e col Meis di Ferrara (Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah). Per il 2026 ha in preparazione un volume sulla strage di Modica del 1474. Vive a Roma.