Wim Wenders, incaricato dal Centro George Pompidou di girare un film sulla moda, ha deciso di parlare di uno stilista giapponese, Yohji Yamamoto. Dopo il bellissimo Tokyo-Ga del 1985, dedicato al regista giapponese Ozu, e Reverse Angle del 1982, ecco un altro documentario alla ricerca dell’uomo. Non si tratta solo di un’intervista, è molto di più, è una ricerca della realtà umana attraverso l’uomo stesso. È un aggirarsi nei meandri più reconditi della mente umana. La tecnica è multiforme: dalla telecamera portatile video 8 alla camera da presa. In un gioco a scatole cinesi poi la camera da presa riprende le immagini del video 8 che sono trasmesse a loro volta da un piccolo televisore portatile.
Dopo il grande successo di Il Cielo sopra Berlino, Wenders si cimenta in un viaggio o meglio in un ritorno in Giappone dopo Tokio Ga, alla scoperta di un noto stilista ovvero Yohji Yamamoto. Tra il cinema sperimentale e il documentario Wenders proietta con un televisore la maggior parte delle immagini, dunque un televisore nel televisore o meglio un’immagine nell’immagine, ciò è un chiaro esempio di come l’immagine può essere trasformata o meglio codificata attraverso la sua molteplicità, il resto del film ovviamente è una retrospettiva sul noto stilista giapponese e sul suo modo di creare, l’immagine è un tentativo di apparire e trasformarsi.
Ingresso 6 euro
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