Dettagli evento
15 Dicembre 2021
mercoledì h 21,30
La Trilogia nasce dal desiderio covato nel tempo di una formazione artistica, di dare luce alla propria natura corporea indagandola nei suoi aspetti più sfuggenti, interroganti e nascosti. Ha osato avvicinarsi all’opera rinnovatrice nel campo dell’arte iconografica, di tre autori dei secoli scorsi: Egon Schiele, Francis Bacon, Auguste Rodin, proponendo un percorso creativo che non parte dal rivisitare gli artisti in linea cronologia e storica, quanto piuttosto dal seguire un’altra mappatura sensibile ed empirica fatta di impressioni, urgenze, disorientamenti, attrazioni. Il progetto che ha come nodo cruciale la questione del corpo nell’epoca contemporanea e la carnalità del corpo scenico, ha tentato di sbrogliare la grande e oscura fascinazione ricevuta e subita al cospetto delle opere, del pensiero, delle poetiche dei tre artisti. L’approfondimento dell’incontro tra il corpo e l’immagine – una immagine data, creata, restituita- ha messo in campo esercizi conoscitivi del corpo provenienti da diverse concezioni e tradizioni e esplorato, intrecciato strategie di creazione tra i moti performativi e i processi di stampa fotografica.
BIOGRAFIA
Alessandra Cristiani, da sempre il movente del suo percorso è la possibilità di indagare e percepire la natura sottile del fenomeno corpo. Ha prediletto in tal senso una formazione non usuale per l’acquisizione delle competenze e delle sensibilità inerenti al movimento.
Da un primo approccio al fare artistico che si è nutrito dei principi del Teatro di Strada, del Terzo Teatro, del Teatro di Ricerca, negli anni novanta si è orientata maggiormente nell’esplorazione del pensiero e della danza, tracciati dalla filosofia del “Buto Blanc”, del danzatore giapponese Masaki Iwana. Lo spirito tagliente, il rigore, il Nikutai dell’Ankoku Buto, divengono ulteriori strumenti di conoscenza e stimoli costanti per sondare e rinnovare una propria autorialità creativa. E’ performer e danzatrice. I suoi lavori a partire dal 2000 allenano la messa a fuoco di un metodo personale nell’individuazione delle tematiche e degli aspetti corporei, che nello scorrere della pratica vitale quotidiana, emergono come occasioni di danze performative, “opere d’essere”.
Il tempo, lo spazio, la memoria, l’energia, l’ignoto sono suoi esclusivi ambiti di ricerca, ulteriori sconfinamenti dello sguardo sulla materia corpo.
Lo strabordare di un “paesaggio interiore” , la tattilità della presenza in scena, in dialogo con la natura dell’elemento circostante: lo spazio; l’invocazione della non azione, della dimensione del silenzio, quale cibo per le ossa, per le innervature tra muscoli organi visceri…sono possibili sorgenti presso le quali sostare in rituale ascolto, intercettando la debole voce del nuovo.