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Dettagli evento
Debutta a teatro
Dino Abbrescia in "Raccondino"
Regia di Susy Laude
Direzione artistica Manuel Bozzi
Visual Concept Olivander
Musiche originali di Alfa Romero e Andrea Guzzoletti
Prodotto da Associazione Culturale AUROOM
Distribuzione PUBLICOMARK Srl
sabato 26 gennaio 2019 | ore 21.00
Teatro polifunzionale Anche Cinema
Corso Italia 112 BARI
Parcheggi MetroPark Corso Italia 45 + GestiPark Piazza Cesare Battisti
INFO tel./SMS/WhatsApp 333 90 72 419 - 329 611 22 91
Biglietti RIDOTTI con AncheCinema card
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RACCONDINO è uno spettacolo autobiografico, comico, cosmico, tragicomico… tragicosmico! Lo spettacolo nasce dal desiderio di Dino di raccontare se stesso attraverso i propri personaggi. Figure fantastiche incredibilmente premonitrici spesso drammaticamente reali che si accavallano alla vita personale, che si ancorano al passato, al vissuto.
I racconti di Dino partono dalla sua #Bari, dalla sua infanzia in cui sembra quasi normale condividere la camera da letto con le nonne. La sua famiglia è umile e dura di quell’indurimento tipico di chi deve tirare avanti con dignità, rispetto e sacrificio. Dino cresce tra valori solidi impartiti dal padre poliziotto, un po’ di terrena ambizione, altrettanta impeccabile educazione e sogni. Sogni di rock’n’roll. Quei sogni sani, belli, romantici che guardano in faccia la sfrontatezza ma anche le difficoltà degli anni ’80. Fino alla scoperta della tromba, della musica e del teatro, in veste di tecnico e poi all’improvviso sul palco in sostituzione di un attore impossibilitato a terminare la tournée. Conosceva ogni battuta e si lanciò. E da quella sostituzione non è più sceso dal palco.
La vita professionale di Dino si accavalla comicamente a quella tanto lontana del padre. Inizia una lunga carriera da finto poliziotto
in serie amatissime come La Uno bianca, Distretto di Polizia fino a Squadra Antimafia. Un destino beffardo che lo mette alla prova nell’interpretare tutto ciò che ben conosce, che ha vissuto da bambino. I suoi “raccondini” hanno il sapore del passato e attingono a spaccati di vita vera. Ci racconta quando sua madre imponeva al marito poliziotto che rincasava con lo zio, anch’egli poliziotto, di smontare le pistole e riporle in cima ad un armadio al rientro dal lavoro. Perchè le cene finivano troppo spesso a vino e liti…e le armi era meglio tenerle lontane.
La vita privata di Dino si accavalla a quella dei suoi personaggi, avviene inconsciamente e involontariamente in una danza divertente dai toni sempre accesi, “tragicosmici” appunto! Come quando interpretando un medico incontrerà la sua finta compagna nella fiction, che diventerà vera nella vita. Anche lei attrice. Dalla loro unione nascerà un bimbo che stravolgerà loro la vita. Gli aneddoti divertenti scivolano e si intrecciano in una narrazione mai scontata, dove il buon umore e l’ottimismo parlano barese stretto. Dove le paure ci sono ma ci si ride sopra.
A fatica si distingue il reale dall’immaginario in una Bari che non fa sconti a nessuno, in una terra dove la tavola, la casa e la famiglia valgono più di ogni altra cosa. Questo percorso individuale è rappresentato attraverso una scenografia composta da elementi tecnici, tecnologici e di modernariato Una sorta di macchina del tempo, o meglio un “non luogo” dove il passato e il presente si alternano permettendo a Dino di muoversi attraverso le sue memorie, confortevoli e non. Vecchie radio, antichi televisori, strumenti analogici a braccetto col digitale. Strumenti più simili a strane diavolerie che ad oggetti reali. Dino riesce a rendere spassosi ma anche grotteschi i piccoli gesti sicuri che albergano nel suo cuore, nella sua tromba, nel diario segreto di un giovane ormai cresciuto.
Lo spettacolo è un #viaggio in cui la finzione e la realtà si fondono in un unico racconto come è accaduto a Dino in tutta la sua vita. Un viaggio personale ma supportato in scena da preziosi cammei di amici attori e autorevoli colleghi videoproiettati sul palco. Un viaggio precario che mette in discussione il ruolo dell’attore, dell’artista costretto a manovrare i fili di se stesso entrando e uscendo dai propri personaggi.