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“Vivevo la mia vita per divertirmi. Ma ormai non mi diverte più nulla e tanto meno quando il divertimento diventa moda!”
Uno spettacolo che l’ autore, regista e interprete ha creato nel 2012, liberandosi dei ruoli “classici” del musical e presentandosi in una veste inedita ed originale. Lo show è stato in tour per tre anni in diversi teatri off in Italia e all’estero ed è stato proposto due volte come spettacolo per la giornata mondiale contro l’omofobia: a Mantova 2014 patrocinato dall’Arci gay La Salamandra, e al Parlamento Europeo a Bruxelles 2015 tradotto in inglese. Viene ora riproposto, dieci anni dopo il debutto, in una versione leggermente aggiornata.
Il lavoro prende spunto liberamente dalla pubblicazione “Patty Diphusa e altre storie” e dall’ intera filmografia del grande cineasta spagnolo, attraverso citazioni, rielaborazioni ed esecuzioni dal vivo di brani tratti dalle colonne sonore dei film stessi.
Racconta il viaggio, la crescita e la catarsi di un uomo dalla trasgressione dei vent’ anni alla maturità, attraverso lo stile tipico di Almodòvar.
Patty, in piena movida spagnola, vive la sua vita tra feste, film porno-erotici ed esibizioni nei locali, godendo di qualsiasi momento fino all’ eccesso. Non dorme mai. Infatti dormire è “tutto tempo perso”.
Nonostante ciò, Patty è un’ inguaribile romantica, e non disdegna, se capita, di innamorarsi. Ma i suoi innamoramenti sono sempre stati in linea con gli eccessi della sua vita. Essendo dotata di cervello, che usa solo quando ce n’è bisogno, sa riconoscere il vero amore quando arriva, per un tassista che somiglia a Robert Mitchum in “Ritorno al passato” e per lui arriva perfino a tornare a indossare i panni di un uomo e ad usare un nome “che non vestiva da anni”.
La storia, alla fine, naufragherà ma la vecchia Patty ormai non esiste più, perché la trasgressione è trasgressione e dal momento in cui diventa una moda è già finita.
“Vivevo la mia vita per divertirmi. Ma ormai non mi diverte più nulla e tanto meno quando il divertimento diventa moda!”
“Chi sono io per imporre il cattivo gusto e la volgarità?
Sono sicuro che Dio mi ha castigato. Nel vedermi riflesso negli altri ho provato disprezzo per me stesso. E non mi piace!”
Così quello che rimane è un’anima che ha vissuto la sua vita intensamente e che, alla soglia della maturità si accorge che con gli anni è arrivata una nuova consapevolezza di sé e del mondo che la circonda.
Una storia, se vogliamo, autobiografica (anche se in maniere diverse) per ognuno di noi.
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