Musica e parola si intrecciano in un rito di apertura intenso e simbolico.
L’ottava edizione del Pedras et Sonus – Jazz Festival si apre con una performance che unisce profondamente arte, memoria e umanità.
Un reading intitolato “Filastin” di Maria Cristina Ariu e letto da Virginia Garau di Teatro Tragodia, ideato come atto di ascolto e riflessione, apre il festival con una dedica importante, tema comune di tutta l’edizione: “Per la Palestina, per la pace, per l’umanità.”
Sul palco, la direttrice artistica del festival Zoe Pia, clarinettista e compositrice, con i suoni ancestrali del clarinetto, delle launeddas e dei campanacci, strumenti che rievocano la Sardegna più rituale e visionaria.
Con lei, la voce intensa della drammaturga Virginia Garau, del Teatro Tragodia di Mogoro, guida lo spettatore in un racconto fatto di frammenti, evocazioni e memoria.
Il sagrato della Chiesa della Madonna del Carmine accoglierà questa performance immersiva e contemplativa, in cui il suono e la parola diventano strumenti di consapevolezza.
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