Un corpo che segue una partitura coreografica frammentata che si espande formando linee di confine disarticolate e policentriche; che rimandano ad antichi retaggi popolari. Un indagine sul gesto del pupo ma anche una domanda sul suo contenuto emotivo. Il tentativo di rendere accessibile antropologicamente il binomio uomo/pupo.
Un pupo fuori dal teatro non è più pupo, ma sostanza del mondo. Muore la finzione che rivela l’apparente assenza di senso della vita. Inevitabilmente ci immergiamo nel mondo della sacralità facendo emergere la dicotomia vita-morte, come ben espresso ampiamente da Pasolini nel film Che cosa sono le nuvole? Opera che più che mai rappresenta come l'incomprensibile mistero della vita assume significato solo grazie al mistero del suo avere fine; la morte come ritrovamento del senso della vita. Cosa c'è di più poetico del perdersi al senso di appartenenza a un’altra dimensione?
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