Filippo Vostro è uno spettacolo di narrazione per un attore, in cui le voci di quattro personaggi si intrecciano per dar vita ad una storia. Quando ero bambino, mia nonna mi raccontavano la storia di Filippo. Filippo era suo fratello, mio zio, ed era sparito 33 anni prima che nascessi; infatti nell'estate del 1942 venne mandato a combattere in Russia insieme ad altri 60,000 alpini. Aveva 21 anni. E non tornò più. Di lui non si ritrovò neppure il corpo. Filippo significa amante dei cavalli, un nome che generalmente veniva dato ai condottieri. Mio zio invece era contadino e in guerra non ci voleva andare. Piuttosto, mi raccontavano, si sarebbe fatto tagliare un braccio. Di lui ho sempre saputo poco, ma quel che basta per sapere che c'era. Attraverso le lettere scritte dal fronte e le testimonianze di tre familiari, la narrazione ricostruisce una storia di famiglia e la storia di una drammatica vicenda nazionale: la campagna di Russia. Oltre a Filippo, parleranno suo babbo, sua mamma e sua sorella che poi sarebbero i miei bisnonni e la mia nonna. Pietro, il babbo, raccontava sempre di come Filippo prima di partire per il fronte, gli aveva chiesto di tagliargli un braccio. Un ricordo che perseguitò Pietro per il resto della vita. Pasquina, la mamma, darà luogo a un racconto intriso di quel senso di sospensione e incertezza che caratterizza le famiglie dei dispersi: anche anni dopo la fine della guerra, in lei restava la speranza che il figlio non fosse morto e che un giorno sarebbe tornato. Infine Iole, la sorella, che ha cristallizzato la figura del fratello in quella di un ragazzo spensierato che giocava con lei bambina.