Arte e grande arte, bellezza e pregiudizi, propaganda e antisemitismo – 24 ottobre
Arte e grande arte, bellezza e pregiudizi, propaganda e antisemitismo - 24 ottobre
Roma,Via del Moro 7
00153
Italy
Associazione Culturale Nodedim

Organizer

Gianfranco Ferlisi

Arte e grande arte, bellezza e pregiudizi, propaganda e antisemitismo – 24 ottobre

24 October 2022 - 19:30
Online sales ended
Un percorso nella Storia dell’Arte dal XIII al XX secolo suddiviso in 2 cicli di 10 lezioni, a partire dal 24 ottobre su Zoom online. Iscriviti ora!

Event details

Arte e grande arte, bellezza e pregiudizi, propaganda e antisemitismo.
Docente: Gianfranco Ferlisi

Due cicli di 10 lezioni = 20 lezioni
Costo: 130 euro per 10 lezioni, 250 euro per 20 lezioni
Inizio corso: lunedì 24 ottobre, ore 19:30, su Zoom.
Durata delle lezioni: 60 minuti
Tutte le lezioni vengono registrate e possono essere viste in differita

Numero minimo di partecipanti richiesto: 8 iscritti.

PRIMA PARTE - le date:
Ottobre: 24
Novembre: 7, 14, 21, 28
Dicembre: 5, 12, 19
Gennaio 9, 16

PROGRAMMA PRIMA PARTE:
- Giotto: tanti baci da Giuda
- La Legatura di Isacco e il concorso del 1401
- Il pileus cornutus: cappelli a punta, cappelli strani …
- Miracoli dell’ostia: da Donatello a Paolo Uccello, da Cosimo Rosselli a Raffaello
- La Legenda della vera Croce
- Daniele Norsa, Mantegna e la genesi della Madonna della Vittoria
- Le allegorie di Ecclesia e Synagoga
- San Simonino e gli omicidi rituali
- Continuità dell’Antico …
- Mosè e le tavole stondate della legge

SECONDA PARTE - le date:
Febbraio: 6, 13, 20, 27
Marzo: 6, 13, 20, 27
Aprile: 3, 17, 24

PROGRAMMA SECONDA PARTE:
- Sotto il segno dello scorpione
- Brutti, sporchi e cattivi: l’immagine dell’ebreo nella Flagellazione (Ludovico Carracci …)
- Caravaggio e gli occhiali del giudeo miope
- Immagini pedagogiche della Controriforma
- La superiorità greca di Winckelmann e l’ideale neoclassico
- Il grand tour di Solomon Alexander Hart
- Abramo e Sara nella reggia del Faraone, il melodramma visivo di Giovanni Muzzioli
- Il Tribunale dell’inquisizione, La “matanza” di Toledo e la cacciata di Spagna: pittura ottocentesca di storia e di memoria
- Il Novecento e la scuola di Parigi
- Verso la tragedia della Shoah
- L'età dell'ottimismo: il secondo dopoguerra
- Conclusioni

Il corso proporrà una serie di rapide incursioni nei principali temi di storia dell’arte (architettura, scultura, pittura): da Giotto sino alle soglie della contemporaneità.

Progressivamente, a cominciare dalla fine del XIII secolo, docente e partecipanti toccheranno alcune tappe dell’evoluzione sincronica di alcuni testi figurativi e dei connessi linguaggi estetici, per coglierne importanza e fortuna, per comprendere, nei vari esempi, il necessario contesto storico e stilistico, per decifrare, in modo comparatistico, interazioni, relazioni, trasversalità, e funzioni.

Cominceremo il percorso con Giotto per leggere il cosiddetto “Bacio di Giuda” della cappella degli Scrovegni, icona testuale carica di pathos. Il committente dell’opera fu il cattolicissimo Enrico Scrovegni, figlio del facoltoso usuraio Reginaldo Scrovegni, uomo arricchitosi tramite il commercio del denaro che con l’arte esibiva l'amore per il mondo e il potere. Come si sa, l’arte non è mai leggibile al di fuori del proprio quadro di riferimento e Giotto lo dimostra. Dal Bacio di Giuda si sviluppa la prima di una serie di metafore dell'arte stessa. Ma se la figura di Giuda è alla base dell’antisemitismo cristiano, possiamo fingere che non ci sia molto di più oltre il dato estetico? Giuda, il giudeo per antonomasia, parla del deicidio …

Giotto, figura nodale della cultura pittorica occidentale, anticipatore dei valori formali e ideali del Rinascimento, innova l’immaginario italiano ed europeo con un linguaggio figurativo che dopo di lui porterà a Masaccio a Piero della Francesca a Raffaello. Giotto, parallelamente, aggiorna gli stereotipi con cui il cristianesimo aveva concettualizzato l'antigiudaismo, sul piano teologico, fin dai tempi di Paolo di Tarso e poi di Agostino.
Il percorso scelto non si tira indietro di fronte ai marosi delle letture, per azzardare ipotesi sul significato delle immagini, per capire quanto si possa ritrovare dentro di esse.
Il Rinascimento e Michelangelo continuano a parlare di arte religiosa, di cristiani ed ebrei. Ci soffermeremo, solo per fare un altro esempio, sulla Cappella Sistina e sulle lunette che rappresentano i cosiddetti “antenati del Cristo” (Giacobbe e Giuseppe, Ezechia, Manasse, Amon…). I personaggi sono rappresentati, talvolta, con le pose e i gesti tipici di vizi capitali come l’accidia oppure la melanconia, vale a dire con aspetti negativi. Per di più Michelangelo li rappresenta con gli abiti e i contrassegni identitari imposti dal papa agli ebrei di Roma del tempo. In altre parole, Michelangelo offre una rappresentazione di parte degli antenati del Cristo (l’allegoria che veicolano è dunque la renitenza del popolo giudaico a conformarsi al modello cristologico).
 
Cristo, con riferimento al Giudizio Universale, è invece delineato non come Gesù (e dunque come un ebreo qual era) ma come un Apollo dall’anatomia classica e dalla statuaria bellezza greca. È lui il modello metaforico proposto, un modello che chiede al cristiano di conformarsi, in senso allegorico, al suo essere.

Ci interessa, a tal proposito la persistenza dell’arte figurativa che assimila modelli classici e che, soprattutto nel corso del Rinascimento, li recupera filologicamente e li riattualizza anche come testimonianza di una perfezione che nell’antico ripropone la rinascita della città eterna nel segno papale.

Gli esempi toccati dai precedenti accenni (e tutti quelli delle varie lezioni), ovviamente, non sono esaustivi di una materia vasta come il mare. Più semplicemente delineano una direzione che conduce alla contemporaneità.

Due moduli per venti appuntamenti per ampliare la conoscenza di una realtà in cui appare preminente la relazione tra un’arte occidentale che inizialmente predilige i temi religiosi e che, con questi, utilizza un pregiudizio antigiudaico.

Con la fine dell’ancien regime, con l’età dell’emancipazione, vecchi pregiudizi (come il deicidio) cedono il campo a visioni cospirazioniste. Ma gli stereotipi (come quello del “naso ebraico”) sono duri a morire. Le immagini visive dell’arte cristiana medievale, in epoca a noi prossima, si amplificano con la propaganda nazista creando un crescendo di odio e morte …
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Gianfranco Ferlisi (laureato a Parma) è critico e storico dell’arte. In quarant’anni di studio e ricerca si è occupato principalmente di Rinascimento, Otto, Novecento e arte contemporanea. Ha operato presso la Provincia di Mantova con numerosissime rassegne curate alla Casa del Mantegna. Ha lavorato come storico dell’arte presso il Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova e, infine, presso le Gallerie Estensi di Modena e Ferrara, dove si è occupato della valorizzazione della donazione Panza di Biumo a Sassuolo e della collezione ottocentesca. Da diversi anni è direttore del Museo d’Arte Moderna dell’Alto e conservatore della raccolta di Palazzo Menghini a Castiglione delle Stiviere. Ha curato numerosissime mostre, tra cui ricordiamo almeno Ugo Celada da Virgilio 1895-1995. L’incanto del disegno. La magia della pittura (MAM di Gazoldo degli Ippoliti, e Museo Diocesano Francesco Gonzaga di Mantova, 2016), Il sentiero della luce (PAN di Napoli, 2020 con Philippe Daverio), Lorenzo Frigo. Infernus (Basilica di Palladio di Vicenza, 2021) e l’antologica dedicata ad Archimede Bresciani (MAM, 2021).