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Una commedia che nasce da una promessa mantenuta. La promessa di scrivere una pièce nuova e originale per due mostri sacri del palcoscenico italiano: Tuccio Musumeci e Pippo Pattavina. A mantenerla sono stati il grande Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale, autori di questa “commedia di situazione”, diretta dallo stesso Dipasquale e prodotta dal Teatro della Città. «La promessa – spiega il regista Dipasquale – nasceva da un imprevedibile accadimento: l’unica scena de La concessione del telefono, nella quale Pippo (Filippo Mancuso) e Tuccio (Don Lollò) si incontravano come personaggi, aveva preso una evoluzione particolare, al limite della coerenza con la storia del testo. Avevo chiesto ai due attori di procedere, secondo la grande tradizione comica siciliana, anche per moduli di improvvisazione e il risultato fu strabiliante, con una qualità e potenza comica che non aveva nulla da invidiare alla coppia Totò e Peppino. La durata di circa 25 minuti provocava uno sbilanciamento per lo spettacolo». E così, per “riportare l’ordine”, avvenne la proposta di scambio: se Musumeci e Pattavina avessero riportato la scena entro una durata accettabile, Dipasquale e Camilleri avrebbero scritto una commedia ad hoc partendo dai due personaggi. Così è stato. Mentre sullo sfondo scorre la storia de La concessione del telefono, in Filippo Mancuso e Don Lollò si snoda la vicenda del Cavaliere Filippo Mancuso, ricco proprietario terriero, vuole fare assumere il figlio Alberto in un’importante banca, per mandarlo via da Vigàta e assicurargli un futuro nuovo. Purtroppo Alberto è terribilmente stupido e senza una buona raccomandazione non potrà riuscire in nulla. Don Lollò, ovvero Calogero Longhitano, è tormentato da un cruccio familiare: la figliuola Lillina è in età da marito, ma pur essendo una fanciulla molto intelligente e perspicace, ha un difetto di movimento che la rende “sciancata”.
di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale
regia Giuseppe Dipasquale
con Tuccio Musumeci e Pippo Pattavina,
e con Franz Cantalupo, Lorenza Denaro, Luciano Fioretto, Margherita Mignemi, Riccardo Maria Tarci
Produzione Teatro della città