In un connubio tra letteratura, movimento e arte visiva, la narrazione scorre per successioni cronologica di avvenimenti e vicende ambientate dentro casa. Senza riferimenti storici, con il testo liberamente ispirato al racconto “Mio Marito” di Dacia Maraini, questa pièce vuole essere una testimonianza letteraria della condizione subalterna in cui sono state tenute le donne da tempi immemorabili, un sorriso di ironia sulla inconsapevole, buffonesca crudeltà della coppia tradizionale, che si associa all'impegno sociale e politico di tutti coloro che da sempre si contrappongono a ogni tipo di prevaricazione.
Il gesto del performer nella rappresentazione creerà una parità di senso.