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Cosa succede quando Grazia, donna di mezza età rigida e perbenista, in seguito a un “incidente” si trasforma in una “milf” spregiudicata e iper-sessuale, talmente libera da mettere in imbarazzo quelli che prima la accusavano di essere una bigotta?
Da questa premessa surreale nasce, In stato di Grazia, monologo scritto da Tobia Rossi per Margò Volo che con ironia e autoironia, parla di tabù e pregiudizi, di scoperta di sé e libertà sessuale, di menopausa e gioia di vivere, attraverso il monologo-testimonianza di un personaggio bizzarro e senza peli sulla lingua, che affronta il pubblico provocando la reazione che più di tutte caratterizza il rapporto col nostro corpo, i nostri complessi, la nostra intimità: l’imbarazzo.
L’incontro tra due generazioni, quella di Tobia e Margò, che “magicamente” creano un vero (In) “stato di Grazia” perfettamente in equilibrio tra ironia e comicità, dramma e commedia.
In un’epoca in cui i corpi sono sovraesposti, i segreti più intimi resi pubblici, siamo davvero così liberi e consapevoli? Quali sono i paletti del dicibile e del fattibile con cui ci confrontiamo ogni giorno?
In stato di Grazia parla di tutto questo attraverso la strampalata epopea di un’eroina kitsch, raccontata miscelando i generi (black comedy, sex comedy, melò, persino musical e fantascienza) e i linguaggi, per restituirci, la straordinaria – assurda e meravigliosa – complessità di un essere umano alle prese, come tutti, con paure e fragilità, passioni furibonde e desideri di riscatto. In un immaginario paesino del Nord Italia, Grazia, donna tutta d’un pezzo, moglie del sindaco e preside dell’unica scuola superiore del paese, è temuta da tutti: studenti, colleghi, genitori. Con fermezza e austerità, Grazia guida non solo il suo istituto ma in qualche modo l’intero paese, regolato dai suoi princìpi: rigore, perbenismo e soprattutto repressione sessuale.
Un “vero stato di grazia” per Margò Volo che interpreta undici personaggi dimostrando tutta la sua immensa ecletticità dando voce e forma ad ognuno di loro.
Dichiara l’attrice:
“Ho sempre sognato di lavorare con Tobia e per un allineamento di costellazioni, è arrivata l’occasione giusta per farlo. A Grazia la situazione esplode letteralmente in mano, disintegrando la corazza che si era costruita nel tempo. Mi sono innamorata subito della sua libertà di pensiero, e la sua capacità di trasformazione, che è anche la mia. Un vero viaggio caleidoscopico insieme a undici personaggi, così diversi tra loro, che mi hanno costretta a cercare dentro di me. Ci sono aspetti di Grazia rigida e Grazia svelata, in particolar modo della seconda, che mi appartengono. È cucita addosso a me, ma la stoffa è di Tobia. Prendo in prestito le parole di Grazia, un monito e un augurio per tutti noi: Il corpo è il più grande strumento di libertà che ci sia stato dato. Le regole le fate voi. Ascoltate i vostri desideri. Siatene padroni, rivendicateli.”
Proprio come in un film di mutanti, dopo quell’incidente, qualcosa in lei cambia radicalmente: inizia a sentire uno strano prurito, una strana voglia di essere sé stessa e liberare la sua sessualità, che, dopo i primi esilaranti segnali, finisce per pervaderla totalmente, mandarla in tilt e dar vita a una nuova Grazia: una donna libera. A qualcuno tutta questa libertà non piace, qualcuno è infastidito e teme che la nuova Grazia possa portare la gente del paese sulla cattiva strada. In breve tempo, all’interno della scuola, alcuni docenti e genitori si coalizzano in un una sorta di partito anti-Grazia, in breve la donna diventa il capro espiatorio della comunità, contro di lei si muove una vera e propria crociata. A quanto pare la cittadinanza intera preferiva una despota cinica e repressiva a una variopinta e stravagante ma autentica donna libera.
Tobia Rossi come un abile sarto, disegna e realizza, su Margò un testo che colpisce per la sua schiettezza, per la semplicità e la forza di parole che mai tradiscono la loro missione: quella di arrivare dritte, senza inutili giri a chiunque avrà il privilegio di ascoltarle.
Dichiara l’autore:
“È nata con lei, per lei e su di lei. Contenuto e tema, pensati proprio per Margò. Questo tema, legato alla libertà personale e sessuale, al di là di qualunque tabù, mi ha convinto subito. Ho cercato, come è mia abitudine, il linguaggio più adatto che rispetto con tutti i personaggi: parole, incandescenti, precise, forti e un ritmo per ognuno, calzante ed incalzante.
Un tema esposto (libertà, tabù e imbarazzi) e uno nascosto (l’educazione e tutto quello che ci ruota attorno): Grazia viene giudicata per la sua rigidezza e poi per la sua spregiudicatezza, rivelando le debolezze e i limiti altrui e del nostro tempo”.
E ancora: “In questo monologo vedo quella storia compiersi, arricchita da quello che Margò e tutto il gruppo creativo ci mette. Sono stupito e meravigliato, dalla magia e dalla forza che ha generato, consapevole che un’idea raggiunga il suo compimento, solo quando si realizza”.