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L’Orfeo nella versione di Ovidio, mantenendo intatta tutta la sua potenza
drammaturgica, ritorna in una nuova veste.
Orfeo e Euridice è un mito fondante della civiltà occidentale, nato nel mar
Mediterraneo dal quale sono nate - citando Mantegazza e il poeta Giuseppe Conte -
Minerva e Venere, ossia la sapienza, l’arte e l’amore.
Lo spettacolo unisce varie realtà artistiche che, pur nella loro diversità, condividono
un modo per fare teatro diretto, volto al superamento delle barriere tra le arti. Uno
spettacolo che spazia dalla prosa, alla musica, alla danza, all’arte visiva.
Partendo dal racconto tratto da Le Metamorfosi di Ovidio, diviso in 20 fasi, la poetessa
Sonia Vatteroni, prendendone ispirazione, ha scritto altrettanti testi, e il risultato è
eccezionale.
I venti brani poetici sono di una bellezza e potenza straordinarie.
Lavorando su quelli, i 3 maestri Oliviero Lacagnina, Egildo Simeone e Livio Bernardini,
hanno realizzato altrettanti brani musicali arrangiandoli poi armoniosamente insieme.
Mecconi e Simeone hanno realizzato venti dipinti, dieci ognuno, che illustrano i vari
momenti della vicenda e vengono proiettati nel corso del recital.
Nel susseguirsi dei vari momenti dello spettacolo, la musica, le parole, le canzoni, le
luci, le proiezioni coinvolgono il pubblico nella vicenda di Orfeo alla ricerca di Euridice
in un allestimento scenico minimale, mentre le coinvolgenti coreografie di Lidia Luciani
prendono vita amalgamandosi con le parole, la musica e le canzoni splendidamente
interpretate da Laura Bassani.
Le altre canzoni sono interpretate da Egildo Simeone e Livio Bernardini, le voci narranti
sono di Sonia Vatteroni e Beppe Mecconi.
Lo spettacolo vuole riportare il mito ad una dimensione di rito/riflessione
contemporanei.
La storia di Orfeo e Euridice è una storia di amore e di morte, uomini e donne temono
in ugual misura questi sentimenti, perché entrambi impossibili da controllare. Il mito
di Orfeo racconta una trasformazione ed una sfida: Euridice è morta ed è nell'Ade,
Orfeo scende nell'Oltretomba per riaverla, ma dopo aver superato tutte le sue paure,
soccombe all'ultima prova, quella in apparenza più semplice: si volta e la guarda,
perdendo il suo amore per sempre.
Perché si è voltato? Lo splendore di questo mito sta nella complessità della risposta.
In molti, filosofi e poeti, hanno cercato una risposta, e ancora la si cerca.
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