Dettagli evento
Il cibo è sapere e nel sapere ebraico il cibo riveste un ruolo fondamentale perché è legato a occasioni d’incontro e d’appartenenza. Del resto, che il mangiare non corrisponda al banale “nutrirsi” e che la preparazione degli alimenti non rientri in un semplice atto meccanico e necessario la dice lunga su una cultura che non si è mai limitata alla soddisfazione del semplice bisogno naturale.
L’uomo - e l’ebreo innanzitutto - ha da sempre attribuito e codificato valori simbolici connessi al cibo perché mangiare come dio comanda prima che un piacere per noi è un dovere e un retaggio culturale fondante.
Vi chiederete ora cosa accade nel corso? Si parla e si ascolta, si discute e si preparano insieme vari piatti, si canta e s’improvvisa musica, si legge poesia e si sogna!
In queste dilatate ore, si metteranno a fuoco delle ricette ebraiche tipiche di Roma, di Tripoli, della Sicilia, di Livorno, di Venezia oppure turco-sefardite ...
I dieci incontri saranno dunque accompagnati da un fare insieme condito di racconti, aneddoti, musiche, filastrocche. Tutto questo darà vita ad un vero e proprio convivio culturale e non solo culinario.
Tutti gli incontri avverranno via zoom e saranno registrati.
Alla fine del corso è previsto un fine settimana in un agriturismo da definire, dove ci si incontrerà e si cucinerà insieme dal vivo e in allegria.
Buon appetito!
Inizio: domenica 12 febbraio 2023
Giorni: domenica ore 20.30-21.30
Le date: 12 febbraio, 19 febbraio, 26 febbraio, 12 marzo, 19 marzo, 26 marzo, 2 aprile, 16 aprile, 23 aprile, 30 aprile.
Docenti: Alberto Di Consiglio, Gianfranco Ferlisi, Rosita Magiar, Evelina Meghnagi, Daniela Sarfatti.
Modalità: zoom
Partecipanti: minimo 15
Costo: 100 euro
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- 1° incontro | domenica 12 febbraio dalle ore 20:30 alle 21:30
“L’ebreo è quel che mangia”, la cultura del cibo e la produzione del cibo come cultura.
Lo si sa, per noi il cibarsi è un atto sacro perché nutrirsi è un po’ come pregare e il modo di preparare il cibo è regolato da un variegato codice di leggi. Evelina Meghnagi accenna alla precettistica ebraica. kasher o non kasher: amleticamente questo è il problema. Il suo discorso si amplia sino a discorrere di convivialità e di piacere dello stare a tavola, di pranzi delle grandi occasioni e delle feste, Purim, Pesach ... Il cibo rinsalda i legami familiari e sociali attraverso appuntamenti rituali che ripropongono, anno dopo anno, piatti codificati.
- 2° incontro| domenica 19 febbraio dalle ore 20:30 alle 21:30
Mangiare alla giudia a Venezia e l’alterità di Cannareggio...
Daniela Sarfatti spiega come Venezia possegga una tradizione gastronomica lagunare e giudaica, un codice binario il cui intreccio data dal XV secolo. La scarsità d’alimenti aguzza l’ingegno in cucina. Nasce così una cucina povera di carni ma ricca di pesce azzurro (quindi di pesce umile) e ricchissima di melanzane cotte in duemila modi: melanzane trifolate a funghetto, di polpette di melanzane, di melanzane al forno …
Tra specialità a base d’oca, tra sfoieti e buriche, tra sarde in saor e bigoi in salsa, il ghetto ebraico stupisce con prelibatezze figlie del fortunato connubio tra due culture. Daniela parla di casa sua, di una cucina veloce ma gustosa a cominciare dai bigoi in salsa che altro non sono che spaghettoni integrali tirati al torchio e conditi con un sugo a base di cipolla soffritta e filetti d’acciuga sott’olio …
- 3° incontro | domenica 26 febbraio dalle ore 20:30 alle 21:30
Dal ghetto alla Shoah
Alberto Di Consiglio ci racconta di come, con ingredienti poveri, la cucina giudaico romanesca è diventata la regina delle tavole ebraiche (e non solo) usando materie prime semplici e talvolta anche di scarto. Alberto inneggia al tesoro delle frattaglie, alla pajata (oggetto di discussioni rabbiniche), al fritto di cervella o di animelle …
Un’originale fusione di secolari apporti e di svariate contaminazioni: questa è la radice della più originale cucina ebraica italiana.
Fatta questa debita premessa, occorrerà ora, solamente, farsi condurre dal nostro docente in alcune ricette e preparazioni di cui è accertata l’origine: un vero patrimonio immateriale!
- 4° incontro | domenica 12 marzo dalle ore 20:30 alle 21:30
Oro alimentare
Alberto di Consiglio ci accompagna ancora lungo le vie del gusto della cucina giudaico romanesca: un mare in cui, a chiunque, è dolce naufragare. Ogni piatto è molto ponderato sia in osservanza alle regole della casherut sia per la necessità di trasformare alimenti poveri in cibo succulento sia per la simbologia che il cibo da sempre riveste.
La guida colta del nostro chef ci svela, stasera, i segreti di aliciotti ed indivia, di polpette di pollo in sugo di sedani, delle molteplici possibilità dei carciofi, della pizza romana dolce…
- 5° incontro | domenica 19 marzo dalle ore 20:30 alle 21:30
“Ecco il gran desco splende”: il trionfo della melanzana, memorie di marrani di Sicilia
Gianfranco Ferlisi inneggia a una melanzana che permette di fare tante buone cose. È provato che già nel IX secolo e.v. la storia delle melanzane si radichi in quella delle Comunità siciliane. Sono gli ebrei che ne individuano il potenziale alimentare, quello che le avrebbe rese, nei secoli successivi, autentiche protagoniste della tavola: una vera manna che l’isola elargiva generosamente. Metteremo così in pratica la sua preparazione come base della caponata, uno stufato vegetariano che ricorda vagamente la ratatouille, un piatto che genera un alimento che avrà un sapore ancora migliore il giorno dopo. La tradizione della cucina giudaica e delle melanzane parla di bacche senza le quali non avremmo la parmiggiana…
- 6° incontro | domenica 26 marzo dalle ore 20:30 alle 21:30
Burekitas come se piovesse…
Rosita Magiar parla di burekitas e pastelikas: un trionfo di cucina mediterranea della tradizione turco sefardita. Burek, Bureka, burika, stiamo parlando di un termine turco che indica una sfoglia sottilissima, con ripieni diversi, in cui ogni ogni paese mette il proprio sapore! Rosita Magiar ci illustra la specificità di una tradizione di famiglia nel cui ambito, ancora oggi, si parla e si mangia in judio ovvero in judeo-espanol. È ovvio che il piatto abbia una canzone d’accompagnamento, appunto, in judeo-espanol.
- 7° incontro | domenica 2 aprile dalle ore 20:30 alle 21:30
Cucina giudaico livornese ovvero come l’arrivo dei sefarditi (con le loro tradizioni e con ingredienti come il pomodoro e piatti come il “cuscusù”) cambi il mondo!
Daniela Sarfatti racconta Livorno. Parla di ebrei non prigionieri del ghetto, di una zona agiata e di persone industriose che producevano vino e sapone, che lavoravano il corallo e che agivano con traffici marittimi. Ovviamente qui la cucina è ricca, varia e piena di contaminazioni. Sefarditi e levantini hanno portato cibi che, nel Cinquecento, in Toscana non si conoscevano. Il pomodoro innanzitutto che a Livorno piace tanto che si dice che qualcuno lo metta persino nel caffellatte. A Livorno dominano i sapori esotici perché i sefarditi commerciavano col Nord Africa e introducevano costanti contaminazioni. Dalle triglie alla livornese alle roschette, dalla minestra di cavolfiore allo stufato di fave, dal caffè all’Hamin, dallo stufato di lattuga e carciofi ai moscardini dolci, dalle orecchie d’Amman alle uova filate… si diparte una crociera nell’arcipelago della buona cucina.
- 8° incontro | domenica 16 aprile dalle ore 20:30 alle 21:30
La magia del cuscus
Un monumento alimentare attraverso il quale gran parte del Mediterraneo sino a risalire al cuore dell’Europa si ritrova unito.
Evelina Meghnagi ci introdurrà alla ricetta base: la lavorazione della semola e la preparazione di una serie di condimenti anche per vegetariani (tershi e fasolia). Ovviamente, tra una preparazione e l’altra, Evelina reciterà brani tratti da ‘Canterò per il re' e canterà una colonna sonora che sarà l’ingrediente più segreto per la buona riuscita dei piatti…
Se il cibo è il controcanto materiale dell’Antico Testamento, il canto è la felicità del vivere.
- 9° incontro | domenica 23 aprile dalle ore 20:30 alle 21:30
Il mistero della polpetta
Evelina Meghnagi organizza una serata performante con le mafrum ovvero con una pietanza tradizionale della cucina ebraica libica. Si tratta, all’apparenza, di semplici verdure ripiene di carne che vengono prima fritte e poi stufate nel sugo di pomodoro … Sono un cibo per lo Shabbat che ben si accompagna alla sua ritualità e a canzoni intonate (e da intonare) al momento opportuno. Altrimenti perché mai dovremmo compiere questo percorso nelle suggestioni della tavola?
- 10° incontro | domenica 30 aprile dalle ore 20:30 alle 21:30
La cucina giudaica come un grande giacimento culturale: pesce e profumi …
Aprite le orecchie e non solo la bocca. Evelina Meghnagi ci prepara stasera un piatto a base di pesce. E come si poteva dimenticarlo? Stasera va in tavola l’Ahraimi ovvero un afrodisiaco pesce piccante! Che sia merluzzo o cernia poco importa: il segreto della cuoca diventerà patrimonio condiviso dei partecipanti, accompagnato dalla lettura di un brano di ‘E venne la notte’, di Victor Magiar. Il passo successivo sarà un dolce pensiero che poi è anche un dolce vero e proprio: la debla. Apparentemente la preparazione è semplice poiché gli ingredienti sono pochi ma occorre l’abilità di tirare una sfoglia sottilissima… (e poi e poi e poi…). Alla fine, avremo fatto assaggi della cultura e dell’arte del cibo, arte in cui mangiare significa anche raccontare. Potremmo così brindare felici e soddisfatti alla vita cantando... (ma questa è una sorpresa!)