Poema della fine_primo studio_Prima della sesta estinzione di massa
Teatro Arsenale
Milano,via Cesare Correnti 11
20123
Italia
TEATRO ARSENALE

Organizzatore

Opera dal Rosso

Poema della fine_primo studio_Prima della sesta estinzione di massa

29 Dicembre 2021 - 21:00
Vendite Online Terminate
Un'antica rovina, la casa che crolla: al suolo detriti, calcinacci, i resti del tempo che passa. Rintocca asfissiante l'epilogo, batte sul cranio con insistenza e dolore. Nastro riavvolto. Da un gabinetto dismesso, un eterno silenzio, un inquieto brusio.
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Dettagli evento

Un’antica rovina al di qua del tempo per trasporre dirompente l’incrinatura interiore di LEI in quello che è lo spazio d’azione, ricettacolo di simboli, valori e forze antagoniste. Un’antica rovina, la casa che crolla: al suolo detriti, calcinacci, i resti del tempo passato. LEI troneggia su un gabinetto dismesso in camicia da notte, mentre incatramato in un frac adombro, LUI incede con passi da gigante, echeggia l’universo della donna con fredda distanza. Ben presto la abbandonerà al suo destino: rintocca asfissiante l'epilogo, batte sul cranio con insistenza e dolore. Un'atmosfera senza ossa, molle, viscida, propria dei momenti sospesi e privi di tempo dei luoghi della Fine. Così, come un nastro che procede non-curante dell’altrui esistenza, il suono onnipresente immerge la scena in un mellifluo stato trasognante, dilatandone i tempi al limite: in un silenzio imperversa una notte di tempesta, il vento ruota e fischia, nastro riavvolto, la bufera si accavalla forte e continua all’interno di una catapecchia, nastro riavvolto, stormi di uccelli in migrazione si allontanano lasciando indietro un inquieto brusio, riaffiora a fatica come un ricordo sepolto nel ghiaccio: Fachwerk di Gubaidulina, nastro riavvolto, colpo di mazzuolo, idea di demolizione: legni divelti, segati, sminuzzati che scricchiolano e si spaccano, il suono riecheggia distruttivo e doloroso all’interno della testa. Emicrania. Nastro riavvolto.

Oh, a chi consegnerò la mia tristezza, la mia sventura, il raccapriccio, più verde del ghiaccio?...
"Voi troppo avete pensato." Il mio pensiero: "Sì." 1926, Praga, Marina Cvetaeva

tratto da Poema della Fine di Marina Cvetaeva
traduzione Pietro A. Zveteremich
progetto drammaturgico Opera del Rosso
regia Ian Gualdani
ambiente sonoro Giacomo Vezzani
con Giacomo Dominici e Ian Gualdani
scenotecnica Giacomo Dominici
organizzazione Maria Lucia Bianchi