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Dettagli evento
Regia: Carlo Roncaglia
con Gianluca Gambino, Giovanna Rossi, Valter Schiavone, Carlo Roncaglia
musiche Carlo Roncaglia
testo Emiliano Poddi
Quando Federico Tesio vide per la prima volta Ribot disse: «Mah». Poi aggiunse: «Mi sembra un cavalluccio senza peso». E pensare che si trattava di una sua creatura – era stato proprio lui, Tesio, a far incrociare Tenerani e Romanella, i due cavalli più focosi e bizzarri della sua scuderia. Al resto della storia Tesio non poté assistere, perché morì prima che Ribot facesse il suo esordio a San Siro. Vinse, naturalmente. Poi vinse ancora, e ancora, e ancora.
Ormai, nel 1967, Ribot si è ritirato dalle corse e fa lo stallone nel Kentucky, dove rimpiange i giorni felici trascorsi al fianco di Magistris, vicino di stalla e compagno di allenamento, amico del cuore. Nel frattempo è passata a miglior vita anche donna Lydia, moglie di Tesio e signora dell’ippica. Sarà lei, nell’oltretomba, a raccontare le imprese di Ribot a un Tesio prima scettico, poi incredulo, infine sbalordito. Possibile? Possibile che quel cavalluccio senza peso abbia vinto ad Ascot e a Longchamp (due volte), diventando “la più formidabile macchina galoppante che si sia mai scatenata in un ippodromo”?