Una rissa è una partita di cui ci si è persi l’inizio.
Chi la guarda passare, chi invece la prende per mano e la vive.
È un conflitto irrazionale che non ha solo la forma dei pugni e dei calci ma anche di una baraonda emotiva. Le parole da nitide si confondono prima in grammelot, poi in brusio. I movimenti e i gesti da concreti e quotidiani diventano astratti, vaghi.
Una bambina si è persa e non trova più Suo padre.
La bambina è solo un punto di vista esterno, invisibile agli spettatori: un’ interferenza. Nella cartina geografica dello spazio scenico tre figure si aggirano in un bar, in un sotterraneo, in una piazza, persino in sé stessi. Diventano un’eco della moltitudine di luoghi e di persone coinvolte, in un percorso urbano sporcato dal caso.
Capita di incontrarsi o di scoprire l’amore dentro una rissa o capita di trovarsi in una situazione diversa dal solito per combattere la noia. È un discorso interminabile, una danza coreografata male, un’urgenza a forma di schiaffi, vitale anche se distruttiva. Una presa di coscienza nell’incoscienza.
Ce l’aveva per mano e non la trova più, nella confusione si è persa.
Come ci sono finita io qui?
BIOGRAFIA
Arianna Di Stefano senza mai lasciare la danza contemporanea, nel 2013 si diploma attrice presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico. Nel 2016 partecipa al Master internazionale Ecole Des Maitres diretto da C. Jathay. Tra gli altri ha lavorato con: P. Stein, F. Tiezzi, L. Ronconi, D. Salvo, A. Benvenuti. Nel 2018 ha vinto il premio NUOVO IMAIE come miglior interprete femminile al Festival dei Due Mondi di Spoleto.
Parallelamente a queste esperienze continua il suo percorso di formazione e ricerca artistica, motore e anima del proprio lavoro. Nel 2020 è finalista alla Biennale College – La Biennale di Venezia – diretta da A. Latella con il suo primo progetto di regia e nel 2021 prende parte a SCRITTURE Scuola di Drammaturgia di Riccione Teatro diretta da Lucia Calamaro.