La notte di Medea
da Medea di Euripide
Uno spazio vuoto. Una donna. Il suo silenzio. La sua voce. La voce del suo pensare. Il suo tramare. La sua lotta. La sua azione! Una donna che ha molti secoli. Una donna nel buio. Un mito. Il mito di Medea.
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Dettagli evento
La notte di Medea
Elaborazione drammaturgica
da Medea di Euripide
di Danilo Proia
con Elisabetta Femiano
Regia Danilo Proia
Lo spettacolo
Uno spazio vuoto. Una donna. Il suo silenzio. La sua voce. La voce del suo pensare. Il suo tramare. La sua lotta. La sua azione! Una donna che ha molti secoli. Una donna nel buio. Un mito. Il mito di Medea.
Lo spettacolo teatrale “La Notte di Medea”, tratto da “Medea” di Euripide, con la traduzione di M. Valgimigli, vede, nella geometria registica , la sola presenza di Medea nel momento più oscuro della sua esistenza. Medea tesse in scena pensieri, convoca le presenze di Creonte e Giasone ormai private della loro consistenza umana e, sotto il bisturi dell’analisi, dialoga con essi, interloquisce in presa diretta con la nutrice-coro investendo il pubblico di questo ruolo. Esso sarà coinvolto nello svisceramento dialogico di Medea in bilico tra Necessità e Volontà, quella “necessità” che nel mondo greco era considerata il Destino insondabile a cui sottostanno tutti gli Dei. È una Medea che pone domande, che esorta allo sguardo interiore e che mette in aperto dibattito la perdita di valori: il Sacro Giuramento, il Pudore e il Sacrificio, investigando sul senso sacrale di una relazione.
Facile sarebbe giudicarla, ripudiarla questa Medea con tutta la nostra forza razionale ed emotiva, ma lo specchio che ci pone davanti svela senza pietà e compromessi un’inquieta e gelida verità: in un angolo inaccessibile della natura umana si potrebbe celare una Medea.
Dunque questo il senso antico e sapiente di una tragica fiaba per adulti? Compiere il rito della rappresentazione diventa dunque una necessità alla quale non ci si può sottrarre e partecipare vuol dire vedere il mito, vedere noi stessi attraverso quel processo che oggi chiamiamo analisi e che nell'antica Grecia era chiamato Catarsi.
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