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Dettagli evento
Con il termine Mistero si intende, fin dai tempi dell’antica Grecia, un culto esoterico dal quale prendevano vita delle rappresentazioni sacre. Nel Medioevo il termine acquista il significato di “drammatizzazione” di argomenti tratti dalle Sacre Scritture. Buffo perché tale rappresentazione di temi sacri è data in chiave ironica, grottesco-satirica.
Il giullare, l’attore comico che rappresentava da solo l’episodio, non aveva l’intento di sbeffeggiare la religione, i santi o Dio, ma piuttosto mettere alla berlina l’ipocrisia di coloro che si servivano della religione e del sacro per coprire le loro nefandezze. Vari monologhi compongono l’opera, composti in una lingua reinventata di area lombardo-veneta.
Nel nostro spettacolo va in scena una selezione di 3 monologhi tratti dal capolavoro di Dario Fo:
La Resurrezione di Lazzaro
Nel cimitero dove è sepolto Lazzaro, si raccoglie una varia umanità che approfitta dell’evento spettacolare. Il custode che fa pagare per entrare, i venditori di sedie e sardelle, il giro di quelli che scommettono sulla riuscita o meno del miracolo.
Bonifacio VIII
Da una parte la vanagloriosa processione del papa odiato da Dante e dall’altra quella di Gesù verso il Calvario. L’incontro tra i due e la falsa umiltà dimostrata dal papa punita con una sonora pedata nel sedere da parte di Gesù.
La fame dello Zanni
Zanni è il prototipo del povero che si addormenta per la fame e sogna di mangiare qualsiasi cosa, persino parti del suo stesso corpo, lasciando solo la bocca a masticare.
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